(Forma metrica: terzina incatenata)
Il tarlo roditore
Andante verso la fine, il Tempo
simile a un tarlo roditore morde
la carne di colui che sull'Olimpo
smagliante sede di divine orde
non vive, creatura bella e mortale
vittima d'accidentalità sorde.
Egli è amante dell'essere spaziale
e lo consuma in amplesso coatto
spazzando via come vento autunnale
preziosi semi di potenza e atto
nel passato lasciandoli svanire
e nascondendo poi il proprio misfatto.
Ma è nel futuro e nel quieto apparire
del presente, successione di istanti
che s'apre la bontà del divenire
che l'esistenza sacra porta avanti.