venerdì 13 giugno 2014
Aletheia ...
Con che cosa concludere se non con colui che tutto in sé conclude?
(Forma metrica: endecasillabo sciolto)
L'Essere e l'Ente (ovvero il Cielo e la Terra)
Guardo d'intorno, e mi giunge incontro
l'Ente. Mutevole è il suo sussistere
ma bensì saldo. Non ne scorgo l'essere.
Nascosto: dove mai lo rinverrò?
So della sua presenza: ogni cosa
infatti, è, ed a me si presenta;
ogni cosa corporea o incorporea
sta lì e s'impone ai miei sensi, costante.
Divieni, Ente multiforme, sii
stabile nel divenire incessante
roccia su di un fiume, scoglio su mare;
divieni, e sii, tal quale appari.
Invero, l'Essere sta nell'origine.
L'Essere sta, sfavillante radura
nel persistere di ciò che si origina.
Egli non è l'Ente. Egli dell'Ente
è il Nulla dentro al quale il mondo giace.
Guardo d'intorno, e viene a me incontro
l'Essere molteplice e variopinto.
Meraviglie nell'iride fa scorgere!
esseri animati, e parimenti
inanimati, la luce e i colori.
Non paiono miracoli del Cielo?
Dio si svela nelle cose che sono
e la Terra è il suo divino prodigio.
Nascosto: lo intravidi nello schiudersi
dei fiori di campo e altresì nel sorgere
dell'astro aurorale; baluginò
Egli, nel generarsi della vita.
Eppur l'appassire, il tramontare
il soccombere alla morte rivelano
anch'essi, la infinita sua natura.
Egli è l'eternamente duraturo
l'anima che opera, la potenza.
Lode a te, oh Dio dello spazio-tempo
lode a tua moglie ch'è la Grande Madre.
Ella è la carne, tu sei l'energia
che ognora la penetra e la pervade
ingravidandola, donandole il frutto
della possente e sempiterna nascita
del cangiamento che giammai s'arresta.
giovedì 22 maggio 2014
Civiltà ...
(Forma metrica: settenario sciolto)
Risorgi, Europa
Risorgi dalle ceneri
Europa, degli Stati
come araba fenice
e immortale risplendi!
In prossimo passato
pure fosti del mondo
il Sole e l'epicentro
culla di civiltà.
Ma venne inesorabile
il declino funesto
e i numerosi popoli
che fieri ti compongono
decaddero dal trono.
E or sì distante pare
il riscatto, non scorgo
ancora di salvezza.
Ché i rigogliosi giorni
son venuti ed andati
e scarsità e bassezza
han preso la dimora.
Fin quando durerà?
Silenzio s'ode. Certo
soluzione verrà
un giorno, da giganti
eletti tra gli uomini
(ma da sé stessi eletti
non da altri) da nobili
spiriti, di virtù
Mente e Mano intrisi.
Verrà certo quel giorno
quando potenza grande
surgerà e sarà pari
- ricco, prospero evo -
a Oriente ed Occidente.
Ma non è questo il giorno.
Ma non è questo il giorno.
martedì 15 aprile 2014
Agape ...
(Forma metrica: ode)
Bonaria compassione
Lode a te, che sei simile
bonaria compassione
a colomba mirevole
e a singolar tenzone:
odiosa infatti e amabile
ti mostri in verità.
Divino rendi l'animo
dell'animale umano
quando appari, ché adito
mai non dai a malsano
egoismo, e a rigida
funesta aridità.
E così dunque uomini
unisci in stretti lacci;
Cristo e Budda l'insegnano
ammantati di stracci:
amate il vostro prossimo
spargendo carità.
Ché non sarà mai saturo
d'amore il cuore altrui
che si dimena misero
solo, in antri bui;
tu lo renderai madido
d'abbagliante pietà.
Ma in vasti mari naviga
- mari d'indifferenza
placidi - mente cinica
e non coglierà lenza
egli, quando uno spasimo
dolente avvertirà.
Divino rendi l'animo
dell'animale umano
quando appari, ché adito
mai non dai a malsano
egoismo, e a rigida
funesta aridità.
E così dunque uomini
unisci in stretti lacci;
Cristo e Budda l'insegnano
ammantati di stracci:
amate il vostro prossimo
spargendo carità.
Ché non sarà mai saturo
d'amore il cuore altrui
che si dimena misero
solo, in antri bui;
tu lo renderai madido
d'abbagliante pietà.
Ma in vasti mari naviga
- mari d'indifferenza
placidi - mente cinica
e non coglierà lenza
egli, quando uno spasimo
dolente avvertirà.
lunedì 10 marzo 2014
Stille ...
(Forma metrica: terzina incatenata)
La famiglia
Sorge il feto nel ventre della madre
simile a gemma di rosa che schiude
simile a gemma di rosa che schiude
frutto d'amore, e membra leggiadre
da grumo di cellule affioran nude;
ella è il legame che giammai perisce
che al Distruttore l'opera preclude.
Il suo sangue in altre vene fluisce
incessante fiume, non in me solo:
prole fraterna e sorerna fiorisce
in egual modo e l'ali del mio volo
son le medesime loro. Lo stesso
è il grembo, il vasto crogiolo
da cui un giorno nascemmo in folle amplesso;
sul rovente letto seme fecondo
fu seminato, vigore trasmesso:
lei aprì l'organo suo fremebondo
come rapita dal gagliardo padre
nettare egli versò nel nero fondo.
venerdì 14 febbraio 2014
Dike ...
(Forma metrica: verso pari)
Il verdetto
Tribunale della Ragione, giudicami
come un tempo giudicasti
i miei padri, e severo li punisti
(Ragione infatti è ogni norma
da mani umane scritta o non scritta);
pondera
saggio i pro e i contra
e emetti fermo verdetto.
Sulla bilancia tua dorata il mio torto
sia pesato:
possa essere piuma d'uccello! Pena altrimenti
e castigo cadranno sul capo mio lordato
a mondarlo
dai suoi crimini meschini;
a ripulirlo da macchia infame.
'Ché tale è l'Inferno
sofferenza, e condanna
ma invero anche dolce sollievo e pieno riscatto.
Espiata la colpa, vedrò infine
la luce. Sarà Giustizia.
E con essa verrà duratura pace.
martedì 14 gennaio 2014
Identità ...
(Forma metrica: verso dispari)
L'umanità (al di là di razza ed etnia)
Oh uomo, donami una razza
che sia negra, araba o slava;
sia caucasica oppure
mongola, begli occhi di mandorla.
Ma sia pure amerinda
rossa epidermide
o latina, mediterranea stirpe;
sia delle genti
del Nord, bionda chioma dorata
sia quale sia.
Donami uomo una dimora
sicura in cui abitare, e una famiglia copiosa
tra cui sentirmi a casa:
abbia io padri, e fratelli numerosi
'ché solitudine non voglio e posso
sopportare, enorme giogo.
Ma donami anche
splendida etnia
cultura grande in cui specchiar la mia natura
mutevole (al suo ambiente essa
placida si adatta, l'eredità e le forme
variando, i caratteri
e il variopinto aspetto);
donami lingua comune e miti sontuosi
patrimonio di concetti e di dèi:
che a pensar mi insegnino, e ad agire
edificando ampia visione
e comprensione vasta
delle cose che sono
mediante quelle che invece non sono
lungo dito che indirizza lo sguardo verso lidi
ch'io solo vedo.
Oppure, uomo che generi razze
ed etnie, lascia parlare
l'umanità, sostrato
imponente di corpo anima e spirito;
lascia che dica
essa parole sagge
e sapienti: eguali invero noi siam tutti
al di là delle distinzioni
unico popolo
e universale nazione che anela
a unico e universale Stato.
domenica 8 dicembre 2013
Sole ...
(Forma metrica: madrigale)
Il baleno
Riluce il Bene come astro del cielo
e lo spazio dell'anima riflette
il suo baleno; d'erba un verde stelo
si leva, e docile si rimette
al giudizio del giorno. Sicché l'uomo
se dentro è prato vasto, alle vette
più alte giunge, retto essere mai domo
e in tal modo espia la colpa del pomo.
domenica 3 novembre 2013
Panteismo ...
(Forma metrica: rondò)
Hen kai Pan
In lungo e in largo ho voltato lo sguardo
e ti ho cercato, qui e pure altrove.
T'immaginavo simile a vegliardo
Signore che ogni cosa fissa e muove.
Ma io dell'esistenza tua le prove
non riuscii a vedere: come oscurato
il mio sguardo, sotto un cielo che piove
lacrime d'abbandono, estenuato.
E vagava l'animo malandato
in aridi deserti camminando
e l'eco del respiro mio affannato
nell'aria volteggiava sperso. Quando
un giorno d'improvviso ridestando
dal torpore la coscienza sopita
allontanai il ragionare nefando
e risvegliai la mente annichilita.
Ricco di nuova salute e di vita
finalmente compresi: non tra i molti
t'avrei trovato, conoscenza ambita
'ché tu sei Uno; l'ignoran gli stolti.
Il sacro intuito degli uomini colti
ci insegna che Egli, nostro baluardo
coincide col Tutto, ne siamo avvolti
e in questo abbraccio di fiamma, io ardo.
giovedì 3 ottobre 2013
Accrescimento ...
(Forma metrica: verso di quattordici sillabe)
Prolifera e cresce
Prolifera e cresce la volontà di Potenza
e sale, amplia il suo orizzonte, larghe vedute
mai s'esaurisce, mai si fa intimidire, mai
dinanzi a ciottoli e montagne, minuti ostacoli
ed enormi; non s'arresta, piena straripante.
Dismisura è sua misura che aumenta continua
e ella dietro fulgide e sacrosante creazioni
opera invitta, istinto di Vita e di Morte.
E qui senz'altro si intravede, come allo specchio
l'impulso, il desiderio, l'anima soave:
qui sta l'essenza loro, la natura profonda
che in alto le porta e beate le fa lievitare.
Non è tale l'essenza e la natura dell'uomo?
non è tale l'essenza e la natura del mondo?
Giacciono, uomo e mondo, nei meandri del Dio
e l'uno e l'altro si schiudono, fiori silvestri
e appassiscono per poi nuovamente sbocciare.
Ma d'Eternità è strumento questo inaridire.
venerdì 13 settembre 2013
Estasi ...
(Forma metrica: verso di tredici sillabe)
In te m'inoltrai
In te, Madre, m'inoltrai timoroso e inquieto
un giorno, quando già Fede m'aveva empito
il cuore bramoso del tuo amoroso tocco:
mai sino allora avevo percepito il corpo
della Dea che tutto avvolge in abbraccio ampio
sul mio giovane corpo gagliardo di figlio
ma della tua voce i sussurri mi giungevano
all'orecchio, e della tua piena esistenza
avevo saputo dal mio ricco intelletto
l'Inizio indagando di Cosmo, Vita e Mente.
Eccomi dunque in vaste lande inabitate
tra verdi monti costeggianti il mio paese
- lì dove la madre di mia madre abitava
col marito in umile dimora - d'estate;
il fiume, protettore delle rade case
dei paesani (ma loro ai santi danno omaggio
e non invece agli Dèi) m'accompagnava
nel tragitto fluendo fedele al mio fianco
e quand'anche non lo scorgevo, occultato
da grovigli d'arbusti spinosi e da alberi
il suo procedere udivo rasserenante
e l'animo mio eremita allora trovava
la compagnia che mai prima aveva trovato
nella civiltà, tra uomini camminando.
E la selva lontano dalla via sterrata
mi chiamava, e io alla chiamata risposi
senza esitare. Fra alti e freddi cespugli
m'addentravo, in mano un bastone di legno
alla ricerca d'un luogo che fosse adatto
ad intenso e religioso raccoglimento;
non supplice preghiera, bensì concentrata
meditazione, al modo di saggio asceta.
Ed ecco diradandosi la macchia informe
un isolotto minuto e sassoso vidi
adagiato nel mezzo del comodo letto
nel quale il corso d'acqua trasparente scorre
e ai lati due rami di fiume lo cingevano:
lì volli accomodarmi, e i miei piedi immersi
sin'oltre le caviglie, nel gelido liquido
a traversarlo, poiché quello era l'altare
e l'incontaminata Natura il santuario
e il cielo azzurro il soffitto del sacro tempio.
E lì seduto, le gambe incrociate, ritto
simile a un fiore di loto, Ella distese
la mano, e mi carezzò il volto abbronzato
e tra le braccia prese il mio torace nudo.
Il Sole di mezzodì era il vigile occhio
caldo di luce a far erompere sudore
dai vulcani pori del derma; il brillante
prodigio dei bagliori riflessi sull'acque
era magia, e gli insetti multiformi
che ora innocui sulla pelle mia si posavano
solleticando l'anima, erano brivido
di meraviglia; radiosa energia investiva
possente, mia coscienza, e l'unificava
con l'onnipervadente Coscienza di Dio.
Ed io più non ero, poiché l'Essere era.
E aperta la radura, essa si richiuse
quando i socchiusi occhi furono riaperti
infine, e di gioia traboccante andai
a vivere fiammeggiante ulteriore vita.
Mai scorderò la sana e incantevole ebbrezza
la mistica evasione che fu rapimento
la contemplazione del divino Miracolo
che eretici e miscredenti fa impallidire
l'esperienza delle esperienze, e il piacere
soltanto a orgasmo indomito paragonabile
in verità e bellezza, spontaneità e pace.
un giorno, quando già Fede m'aveva empito
il cuore bramoso del tuo amoroso tocco:
mai sino allora avevo percepito il corpo
della Dea che tutto avvolge in abbraccio ampio
sul mio giovane corpo gagliardo di figlio
ma della tua voce i sussurri mi giungevano
all'orecchio, e della tua piena esistenza
avevo saputo dal mio ricco intelletto
l'Inizio indagando di Cosmo, Vita e Mente.
Eccomi dunque in vaste lande inabitate
tra verdi monti costeggianti il mio paese
- lì dove la madre di mia madre abitava
col marito in umile dimora - d'estate;
il fiume, protettore delle rade case
dei paesani (ma loro ai santi danno omaggio
e non invece agli Dèi) m'accompagnava
nel tragitto fluendo fedele al mio fianco
e quand'anche non lo scorgevo, occultato
da grovigli d'arbusti spinosi e da alberi
il suo procedere udivo rasserenante
e l'animo mio eremita allora trovava
la compagnia che mai prima aveva trovato
nella civiltà, tra uomini camminando.
E la selva lontano dalla via sterrata
mi chiamava, e io alla chiamata risposi
senza esitare. Fra alti e freddi cespugli
m'addentravo, in mano un bastone di legno
alla ricerca d'un luogo che fosse adatto
ad intenso e religioso raccoglimento;
non supplice preghiera, bensì concentrata
meditazione, al modo di saggio asceta.
Ed ecco diradandosi la macchia informe
un isolotto minuto e sassoso vidi
adagiato nel mezzo del comodo letto
nel quale il corso d'acqua trasparente scorre
e ai lati due rami di fiume lo cingevano:
lì volli accomodarmi, e i miei piedi immersi
sin'oltre le caviglie, nel gelido liquido
a traversarlo, poiché quello era l'altare
e l'incontaminata Natura il santuario
e il cielo azzurro il soffitto del sacro tempio.
E lì seduto, le gambe incrociate, ritto
simile a un fiore di loto, Ella distese
la mano, e mi carezzò il volto abbronzato
e tra le braccia prese il mio torace nudo.
Il Sole di mezzodì era il vigile occhio
caldo di luce a far erompere sudore
dai vulcani pori del derma; il brillante
prodigio dei bagliori riflessi sull'acque
era magia, e gli insetti multiformi
che ora innocui sulla pelle mia si posavano
solleticando l'anima, erano brivido
di meraviglia; radiosa energia investiva
possente, mia coscienza, e l'unificava
con l'onnipervadente Coscienza di Dio.
Ed io più non ero, poiché l'Essere era.
E aperta la radura, essa si richiuse
quando i socchiusi occhi furono riaperti
infine, e di gioia traboccante andai
a vivere fiammeggiante ulteriore vita.
Mai scorderò la sana e incantevole ebbrezza
la mistica evasione che fu rapimento
la contemplazione del divino Miracolo
che eretici e miscredenti fa impallidire
l'esperienza delle esperienze, e il piacere
soltanto a orgasmo indomito paragonabile
in verità e bellezza, spontaneità e pace.
martedì 6 agosto 2013
Suicidio ...
(Forma metrica: canzone)
Democrazia, ovvero la meta elettiva
Generata dal ventre della storia
Democrazia, sorta
da semenza greca in fertile suolo
spazzata via come ignobile scoria
per poi rinascer morta
quando ormai l'uomo era già nudo e solo;
il tuo corp'io sorvolo
sovrana d'Occidente, come uccello
che nido sicuro voglia innalzare
ma, ospite novello
non scorge luogo alcuno ove abitare.
Ella somiglia a un mare
turbato, tempestoso
e i popolani navi alla deriva
mosse da moto ondoso
verso duri scogli, meta elettiva.
E fiero il cittadino il proprio voto
ai conterranei dona
regalo di fanciullo inappagato
ma la politica vien messa in moto
dai figli di Mammona
e dal denaro loro insanguinato
- sangue dello sfruttato
che di rosso tinse la sua bandiera
anni orsono, quando speranza ancora
più che mai viva era.
Sigillato nelle vene, or ora
in angusta dimora
rapidamente fluisce
e certo non strariperà, stavolta
'ché illusione inibisce
chi realtà del Potere non ha colta.
E fiero il cittadino il proprio voto
ai conterranei dona
regalo di fanciullo inappagato
ma la politica vien messa in moto
dai figli di Mammona
e dal denaro loro insanguinato
- sangue dello sfruttato
che di rosso tinse la sua bandiera
anni orsono, quando speranza ancora
più che mai viva era.
Sigillato nelle vene, or ora
in angusta dimora
rapidamente fluisce
e certo non strariperà, stavolta
'ché illusione inibisce
chi realtà del Potere non ha colta.
'Sì la fine ogni volta
per volontà di popolo è precorsa
accordo steso a larga maggioranza
e non frena la corsa
tal volere, ma mantiene costanza.
S'andrà allora ad oltranza
oppur s'avrà l'ardire
di voltare il capo e invertir la rotta?
No: s'attende imbrunire
invece che capitanar la flotta.
S'andrà allora ad oltranza
oppur s'avrà l'ardire
di voltare il capo e invertir la rotta?
No: s'attende imbrunire
invece che capitanar la flotta.
lunedì 8 luglio 2013
Fratellanza ...
(Forma metrica: sonetto)
Sangue contro sangue
Sangue contro sangue vien suggellato
sodalizio durevole di uomini
affini: ch'io sia per sempre legato
all'amico, che non commetta crimini
nei suoi confronti, poiché smisurato
sarebbe il mio e il suo dolore; culmini
invece la ricca unione in beato
accordo che le nostre menti illumini.
Triste è la vita di chi non ha amici
e ancor più triste quella di colui
che non è amico: invero i miei auspici
a chi mai li confiderei? Lui
è rimarginator di cicatrici
e l'amor che ci lega è causa sui.
giovedì 20 giugno 2013
Fazioni ...
(Forma metrica: verso di quindici sillabe)
La Regola mediatrice
Ottimati e Popolari si fronteggiano ostili
e incolmabile è in verità la lontananza loro;
simili a particelle d'opposta carica, mai
s'uniscono, se non sottoposti a forza maggiore.
Necessità è delle idee la disuguaglianza estrema
la Politica ne vive, e tale è la sua legge:
che v'è una Destra e una Sinistra in ogni società
e nient'altro che la scissura è fondamento certo
dello Stato e del suo procedere spedito. Dico:
da un lato e dall'altro si mostran valori, intrisi
di senso, e come pendolo oscilla ciò ch'è stabile
tracciati irregolari eternamente disegnando
inquieto, a generar la Regola mediatrice.
sabato 11 maggio 2013
Eidos ...
(Forma metrica: senario sciolto)
Bellezza raggiante
Piacere mi dai
e gioia leggera
quando in una opera
di mano mortale
o immortale, sorgi
per gli occhi degli uomini
che sanno vederti;
non per quelli ciechi
gli iridi incolori
né per menti stanche
cui la pura idea
incessante sfugge;
eppure ti mostri
ovunque, divino
sigillo, impresso
sulle cose autentiche
a rammentar noi
che sia verità.
Bellezza raggiante
astro luminoso
luce al nostro animo
smarrito concedi
più che mai benigna
come Sole, aureo
celeste regalo:
ora io ti prego
non porre mai fine
al tuo dare, 'ché
il vivo non venga
infine a morire
di disperazione
e di inedia orribile;
'ché amara bruttezza
non pervada il mondo
così tramutandolo
in sudicio avanzo
e turpe immondizia.
non pervada il mondo
così tramutandolo
in sudicio avanzo
e turpe immondizia.
domenica 7 aprile 2013
Abbandono ...
(Forma metrica: ode anacreontica)
Wu wei
La pietra trasportata
dal fluire dell'acque
fiumane, allor giacque
immobile quel dì
quando morta la vidi;
ed ora corre invece
'ché viva essa si fece
cadendo giù di lì.
Era infatti sui monti
ma giunta è ormai alla foce
del mare, 'sì veloce
la meta conseguì!
In egual modo l'uomo
agir può non agendo
sincero proferendo
all'Essere il suo sì.
venerdì 8 marzo 2013
Virtualità ...
(Forma metrica: ottava rima)
Potenza della fantasia (l'Idolo e il Simbolo)
Non ascoltare, uomo, la ragione
che cieca analizza e divide e calcola
e pallida fruttando arida azione
a smacchi e ferite incessante pungola;
piuttosto udienza all'immaginazione
concedi e fa' di te stabile isola
su di un oceano sordido e irrequieto:
che sia lindo paradiso, e lieto.
Poi giungi oltre: forme miracolose
t'attendono al varco lontano, strane
come invenzioni geniali e ingegnose
figure satolle di forza immane
in grado di destar lotte animose;
infatti dal grembo d'esse, mai vane
non può che sorgere ricco pensiero
che ora ghermisce giocondo il mistero
di messaggi sacri, e annunciazioni
con indosso vesti d'idolo o simbolo
a edificar fantastiche visioni
e dividere o unire in ricettacolo
l'umanità tutta; le sue tensioni
in cotale variopinto spettacolo
acuite saranno oppure sanate
dal volere delle anime iniziate.
venerdì 15 febbraio 2013
Vocazione ...
(Forma metrica: lushi)
Pensando al lavoro
Ara il contadino il suo campo di terra
e di esso ora raccoglie i frutti squisiti;
getta le reti il pescatore ansioso d'afferrare
i pesci grandi e minuti del mare smisurato;
là sopra i monti il pastore alleva le greggi
e il cacciatore uccide selvaggina nella foresta a valle:
ognuno è vincolato al proprio dovere
da lacci invisibili stretti a provocare piaghe.
Munito di accetta abbatte gli alberi il falegname
pronto a fabbricare mobili raffinati e signorili;
il medico in camice visita l'un dopo l'altro i pazienti
in apprensione nella sala d'attesa, egli li attende severo;
il libraio maneggia opere d'antica mano
e le ripone su scaffali polverosi, intrise di spirito;
così tutti quanti gli uomini, poveri o ricchi
esercitano il bel mestiere a cui sono destinati.
Al principio la mente e la mano, e una volontà vigorosa
mescolano l'anima e il corpo, il sacro e il profano:
è l'Amore a operare e a dare la vita
il Cielo a partorire Amore dalle proprie viscere.
Orsù, insieme festeggiamo l'avvento del lavoro
e benediciamo l'atto sublime mentre lo attuiamo;
ma brinda al piacere il saggio, e alla libera scelta
non brinda alle catene che imprigionano la Natura.
Ara il contadino il suo campo di terra
e di esso ora raccoglie i frutti squisiti;
getta le reti il pescatore ansioso d'afferrare
i pesci grandi e minuti del mare smisurato;
là sopra i monti il pastore alleva le greggi
e il cacciatore uccide selvaggina nella foresta a valle:
ognuno è vincolato al proprio dovere
da lacci invisibili stretti a provocare piaghe.
Munito di accetta abbatte gli alberi il falegname
pronto a fabbricare mobili raffinati e signorili;
il medico in camice visita l'un dopo l'altro i pazienti
in apprensione nella sala d'attesa, egli li attende severo;
il libraio maneggia opere d'antica mano
e le ripone su scaffali polverosi, intrise di spirito;
così tutti quanti gli uomini, poveri o ricchi
esercitano il bel mestiere a cui sono destinati.
Al principio la mente e la mano, e una volontà vigorosa
mescolano l'anima e il corpo, il sacro e il profano:
è l'Amore a operare e a dare la vita
il Cielo a partorire Amore dalle proprie viscere.
Orsù, insieme festeggiamo l'avvento del lavoro
e benediciamo l'atto sublime mentre lo attuiamo;
ma brinda al piacere il saggio, e alla libera scelta
non brinda alle catene che imprigionano la Natura.
giovedì 3 gennaio 2013
Fede ...
(Forma metrica: verso libero)
Verità dai sette volti
Verità dai sette volti
canto il tuo corpo multiforme
la varietà
delle curve tue suadenti:
esitar non devo
nello scrutarle e palparle a mio piacimento.
Per l'uomo comune sei
percezione sensuale;
egli ti vede, ti ode e ti tocca
i tuoi sapori gusta, i tuoi odori annusa.
Ma se anche i suoi sensi
fossero spenti
e cieco e sordo e insensibile
brancolasse
privo d'appigli
non cesserebbe la volontà sua
di invocarti, come un poppante
piangendo invoca il seno della propria madre
del suo bisogno espressione.
Per l'artista sei
sentimento e passione
fievole ruscello e fiume travolgente
ineludibili, reali;
dentro di sé egli li sente fluire
e proceder sommergendo insieme corpo e mente.
Il loro scaturire
da sorgente sconosciuta
è mistero sacro
e solenne iniziazione;
egli ascolta parole non pronunciate
di voci sommesse, e grida senza suono
eppur chiare e distinte
più di qualsivoglia voce o grido:
"io vi credo!" afferma allora con forza inaudita
e nessuno da tal convinzione
ch'è intimo amore del piacere e del dolore
di gioia e sofferenza, di amore e odio
lo smuove.
Per il logico sei
corrispondenza tra termine e cosa:
ciò che si dice deve anche essere
ciò che è deve riflettere
ciò che vien detto
e codesto legame
mai scindersi deve, pena la menzogna.
E così come universale è il linguaggio
- seppur non esista affatto
universale lingua -
universale è anche siffatto vero
accorde e concorde;
tutti gli uomini infatti lo fan proprio
e spontaneamente lo comprendono
e ne fanno uso
come di utensile per ogni occasione.
Per lo scienziato sei
certezza infallibile di legge naturale
da scoprire
sulla macchinosa superficie del mondo:
qui v'è metodica osservanza
e osservazione empirica
e riproduzione, ed esperimento;
il fine è descrizione e conoscenza
di causa ed effetto
e del movimento loro concatenato
e incatenante.
Sicuro al massimo grado
egli guarda avanti
e diritto cammina
sin dove può guidarlo
la ragione sua errabonda.
Per il religioso sei
rivelazione ultraterrena
parola divina
irrazionale, e nondimeno
parola in cui aver fede
e in funzione di cui svolgere
la propria vita;
venerazione e fanatismo
provoca suo malgrado la tua assolutezza
necessaria certo, e benefica
ma anche maligna
e al di là del bene e del male mondani
in effetti ti erigi, bene sommo
vestendoti di bianco e di azzurro
colori del cielo.
Ma tu sola tra le altre forme
di senso
ti mostri donatrice.
Per il filosofo sei
disvelamento e illatenza
totalità unitaria
e profonda
tesoro che appare e scompare
a colui che pensa
per colui che intelletto coltiva
e fa germogliare.
Non è dalla tua penna
che proviene ciò che egli scrive;
non è col tuo inchiostro
che i segni numerosi
e le lor combinazioni innumerevoli
sono incisi su bianco foglio?
Ecco: tu di sapere sei fonte
di sapienza e saggezza inesauribili.
Per il politico sei
concreta idea fondata o infondata
generata da mente feconda
o da significativi uomini trasmessa:
vanno incontro alla morte
per te le masse desideranti;
esercitano il potere
per te i potenti
e tu stai lì, quieta e immobile
indifferente
e persino falsa, a volte
e così pur senza agire
infine agisci
mantenendo in moto perpetuo
la ruota della Storia.
Ebbene, Verità
finanche a ingannar l'uomo
giungi
col tuo operare in ogni luogo
e in ogni tempo
ma tutti gli stomaci nutri
e tutte le bocche bagni
poiché sei cibo e acqua
per lo Spirito affamato e assetato.
lunedì 3 dicembre 2012
Precorrimento ...
(Forma metrica: ballata)
Sorella Morte
Diligente giungi, Sorella Morte
a por fine ai respiri
affinché la Vita altra vita ispiri
e ancor durare possa la sua sorte.
Solenne e impietosa meta si staglia
all'orizzonte, tetra e spaventosa;
l'esistenza nostra è fuoco di paglia
che si consuma con fiamma dolosa:
vedremo ancora la luce che abbaglia
nel gaio al-di-là di brama smaniosa
quando dovremo oltrepassar la soglia
vedremo ancora la luce che abbaglia
nel gaio al-di-là di brama smaniosa
quando dovremo oltrepassar la soglia
o sarem noi stessi luce vistosa?
Il corpo ch'eternamente riposa
si fa terra e alimento;
eppur l'anima non avrà tormento
ma beatitudine come consorte.
Diligente giungi, Sorella Morte
a por fine ai respiri
affinché la Vita altra vita ispiri
e ancor durare possa la sua sorte.
Il corpo ch'eternamente riposa
si fa terra e alimento;
eppur l'anima non avrà tormento
ma beatitudine come consorte.
Diligente giungi, Sorella Morte
a por fine ai respiri
affinché la Vita altra vita ispiri
e ancor durare possa la sua sorte.
venerdì 9 novembre 2012
Purezza ...
(Forma metrica: quartina di settenari in rima incrociata)
Che ne sarà dei puri?
Che ne sarà dei puri
esseri non compresi
continuamente offesi
da ipocriti e spergiuri;
che ne sarà di loro
da impurità mondati
se uomini adirati
li accuseranno in coro
e, vittime del male
da animali feroci
inferto - morsi atroci
- avran morte brutale?
Forse che nasceranno
un giorno menti sane
che la preghiera inane
di essi ascolteranno;
forse che svanirà
la folla dissennata
crudele, infuriata
o ancor condannerà
il loro agire giusto
su ragione fondato?
Certo non sarà obliato
un 'sì barbaro gesto.
Eppur mai come oggi
nel tempo degli indegni
urge l'atto che insegni
l'integrità dei saggi
sicché permanga esempio
eterno di saggezza.
Dico allor con fermezza:
viva il buono, non l'empio.
lunedì 1 ottobre 2012
Heimat ...
(Forma metrica: decasillabo sciolto)
Patria materna, Matria paterna
Patria materna, Matria paterna
da te io parto, a te ritorno
in sogno, inesorabilmente
novello Odisseo esploratore
di mari tutt'ora inesplorati.
"Nazione" ancor ti chiamano alcuni
'ché agli orecchi loro non è giunta
la voce potente della Storia;
eppure mia nazione è nient'altro
che il luogo natale e dell'infanzia
i cui frammenti, innumerevoli
dispersi sono come immagini
nei fondi abissi della memoria.
In te anche un giorno sorgerà
uomo, il desiderio d'andare;
di fuggire su strade sterrate
altrove volgendo gli occhi gravidi
d'insoddisfazione e rabbia greve;
le spalle voltando a quel passato
che mai promise futuro (e tu
perché una tal promessa pretendi?).
Ma io ti dico, in verità
e la parola ti giunga integra
dalla mia casa, dalla mia terra:
nulla troverai fuori di lei
se non un'amara nostalgia.
giovedì 6 settembre 2012
Elevazione ...
(Forma metrica: haiku)
Placido e immobile
bianco fiore di loto
ascende al cielo.
venerdì 3 agosto 2012
Alterità ...
(Forma metrica: sestina narrativa)
Diverso eppure identico
Giunga il diverso dinanzi al mio sguardo
ed io con braccia tese gli andrò incontro
con lui rimarrò, colmo di riguardo
'ché certo non siam fatti per lo scontro:
le parole dette e quelle non dette
saran scagliate, simili a saette.
E l'Io berrà dalla coppa dell'Altro
nettare traboccante e saporito
che nutrirà lo Spirito fin dentro
gli antri più riposti, all'infinito
di scienza imperitura pervadendolo;
da sciocchi pregiudizi liberandolo.
Così simile allora apparirà
la sua natura ed essenza profonda
se non identica: ripulirà
la coscienza, dalla sozzura immonda
gli orecchi cui l'ascolto era precluso
senno infine destando nell'ottuso.
sabato 7 luglio 2012
Spirito ...
(Forma metrica: sestina di quinari in rima ripetuta)
Semi di Spirito
Semi di Spirito
al suol gettàti
germoglieranno
e saran lascito
per gli accecati
che allor vedranno.
Immensi campi
eterni, ove
s'affollan forme;
fuoco divampi
in ogni dove
suoni l'allarme:
sorella Arte
Filosofia
Scienza e Politica
Storia solerte
Religion pia
Cultura mitica
voi non morrete
'ché brucian gli uomini
non le lor opere;
vive sarete
rompendo gli argini
propri dell'essere.
rompendo gli argini
propri dell'essere.
venerdì 18 maggio 2012
Fraintendimento ...
(Forma metrica: ottava di ottonari)
La Libertà e il suo non-essere
Donna è la Libertà santa
e forte la chiaman gli uomini
d'Occidente, a gran voce:
lei solenne e ben vestita
si mostra agli occhi del volgo
ammiccando vanitosa;
eppure mai si concede
ma le spalle sempre volta.
Tal di noi prendersi gioco
l'ingenuità nostra espone
e palesa, poiché servi
da trasparenti catene
gambe e mani imprigionati
siam noi tutti e dobbiam essere:
nei giardini della legge
infatti, ella fiorisce.
E bendisposta altrettanto
la moral dai piedi lievi
lega con tela di ragno
le inconsapevoli prede
ma non lei di noi si nutre
bensì noi di lei; forse
che umana natura sia
l'obbedire silenziosi?
Miele infine, seppur miele
spesso amaro e avvelenato
sono l'ambiente e il sapere
acqua sostanziosa il primo
terra coltivata l'altro
e la necessità dura
che alla causa effetti lega.
No, certo ella non è questo.
giovedì 17 maggio 2012
Censura ...
(Forma metrica: canzone libera)
Sapevo e più non seppi
Immerso in sonno lieve
gli occhi chiusi e sognanti
greve una voce ascolto negli orecchi:
"questa e non altra è l'immortale via:
rammentala al risveglio".
Ed ecco una donna venirmi incontro
con indosso soltanto il desiderio;
libero la posseggo
e afferrando il collo suo tra le mani
le porto via la vita.
Allora aprii gli occhi
e il Sé, che prima s'era rivelato
di nuovo si velò.
L'avvento celebrai
con parola aitante, della ragione
simile ad alba che vien nella notte
il cielo rischiarando
e a caccia del piacere
mi recai voluttuoso;
la realtà trovavo a sbarrarmi il passo
ma ingegnosamente saltavo il muro
poiché caparbio è l'Io
e ostacoli non teme.
Ma dopo che il volere ebbi compiuto
immensamente pago del mio atto
immensamente pago del mio atto
con furore solenne
mi castigò il tiranno
Altro sopra all'Io, dominatore
gridando: "non è questo il tuo dovere!"
e nella mente risuonò quel monito
sofferenza morale
ancor dopo il tramonto:
come un uomo privato dei ricordi
o nel decidere incerto e dubbioso
o da rimorsi mordaci costretto
o nel decidere incerto e dubbioso
o da rimorsi mordaci costretto
sapevo e più non seppi.
sabato 12 maggio 2012
Baratro ...
(Forma metrica: distico di decasillabi in rima baciata)
La guerra irruente
Ecco un rombo s'ode di lontano
cupo, ma fuggir risulta vano:
ovunque ci si diriga infatti
tal suoni, frutto di mentecatti
raggiri, ed azioni nefande
presso vaste, sterminate lande
raggiri, ed azioni nefande
presso vaste, sterminate lande
rimbomberanno oltre ogni misura
empiendo di concreta paura
l'animo mite dell'innocente.
Così vile è la guerra irruente
da spegnere incolpevoli vite
e gioie certe, speranze ardite
nonché dolori e angosce profonde
di lui che grida nell'aria effonde
della propria vita disperando.
A me stesso chiedo: sino a quando?
della propria vita disperando.
A me stesso chiedo: sino a quando?
Non siano degne di proseguire
l'arduo cammino dell'avvenire
anche'esse, anime martoriate?
Non potranno, poiché armi affilate
perforeranno le loro membra.
E ora, soldato, con me rimembra
le notti insonni, a pregar Dio
in attesa di pagare il fio
d'un conflitto privo di morale;
a domandar motivo del male
su scomodi letti in dura pietra
scuri presagi di mente tetra.
su scomodi letti in dura pietra
scuri presagi di mente tetra.
giovedì 3 maggio 2012
Impermanenza ...
(Forma metrica: terzina incatenata)
Il tarlo roditore
Andante verso la fine, il Tempo
simile a un tarlo roditore morde
la carne di colui che sull'Olimpo
smagliante sede di divine orde
non vive, creatura bella e mortale
vittima di accidentalità sorde.
Egli è amante dell'essere spaziale
e lo consuma in amplesso coatto
spazzando via come vento autunnale
preziosi semi di potenza e atto
nel passato lasciandoli svanire
e nascondendo poi il proprio misfatto.
Ma è nel futuro e nel quieto apparire
del presente, successione di istanti
che s'apre la bontà del divenire
che l'esistenza sacra porta avanti.
lunedì 16 aprile 2012
Anima ...
(Forma metrica: novenario sciolto)
Abissalmente si dispiega
Abissalmente si dispiega
l'anima dalle mille forme:
'sì profonda è la sua ragione
priva di limiti e confini.
Ella domina in lungo e in largo
come regina incontrastata
il regno solido del Cosmo:
non solo anima individuale
ma anima vasta del mondo
che simile ad ampia coperta
sinuosa tutti i corpi avvolge
in esile abbraccio amoroso.
Soffio energetico e vitale
(vita infatti è in tutte le cose)
e materia d'ogni elemento;
il movimento ha in te il principio
e il divenire dirompente
fiume nel quale impossibile
è immergersi più d'una volta.
Certo la tua presenza invade
potente, le membra e le parti
che senza di te non sarebbero
essenza sottile e invisibile.
Da te vien fuori l'esistenza
e in te gli esseri si dissolvono
giunti alla fine: un passaggio
è la morte, porto d'approdo
un estatico ricongiungersi
all'origine, un tornare
nel grembo della Grande Madre
divinità eterna e maestosa
che in te, e in null'altro consiste.
I tuoi comandi io percepisco
mente senziente a cui donasti
il privilegio di comprenderti:
nell'istinto chiara e suadente
odo la tua voce indicantemi
la via: alla beatitudine
essa solamente mi guida
come ogni uomo vuol guidare
alla serenità dell'animo
'ché tale è il sommo e unico bene.
mercoledì 11 aprile 2012
Società ...
(Forma metrica: verso libero)
Nacque l'uomo
Nei meandri dell'Africa nera
da avi animali gradualmente evolutosi
nacque l'Uomo.
Evento è il suo avvento
sulla Terra che tutto sostiene
e ogni essere sostenta generosa:
egli è nato per colonizzare
il suolo abitabile, e soggiogar gli inferiori
generando ciò che nessun altro mai ha generato.
Non fu solo:
madre e padre lo accolsero
maschio e femmina
a indicar lui la via da seguire
'ché egli da sé non sa farlo, ma apprenderà presto
poiché sa imitare le cose d'intorno;
la sua famiglia ampia
come il cielo e nel cielo le nubi
fratello e sorella
e zii e nonni, e figli e nipoti
lo attornia, ad ampliarsi ancora destinata.
L'incesto era la relazione
unico amor possibile, e purezza di sangue filiale;
l'incesto era la proibizione
prima legge concepibile, e dunque concepita
di sangue materno e paterno violenta violazione.
Ma anche la legge, possibilità sociale
per espandersi premeva parallela
unioni vietando non per natura
bensì per culturale artificio.
Dalla famiglia al clan, dal clan alla tribù:
non esiste l'individuo
né mai è esistito;
noi non siamo che una parte
unica e irripetibile di un tutto
che atomi d'esistenza comprende
e particolarità amalgamate.
V'è altro modo infatti oltre a questo
per strutturare e ordinare com'è esigenza?
Il caos è morte, e desiderio di morte;
il cosmo è vita, e volontà di vita.
Poi venne lo Stato
l'autorità padrona, il regime
ineliminabile necessità, e dovere, e giustizia;
egli venne, ma sempre fu
in forma di governo e coercizione
poiché nella costrizione solamente
e nelle maglie avvolgenti della norma
la libertà balena e riluce.
Eppure al di sotto della superficie
spontaneamente emersa, consciamente o inconsciamente
simile a corazza indistruttibile
a difesa del corpo molle
v'è l'abissale istinto primordiale
fondamento senza il quale nulla sarebbe:
non l'umanità, non la civiltà
non la comunità umana e civile.
lunedì 2 aprile 2012
Desiderio ...
(Forma metrica: sonetto)
Alla Donna il mio anelito
Non a una donna l'amor mio si volge
bensì alla Donna, graziosa creatura
la qual con immagine imperitura
simile a Sole albeggiante rifulge;
non scemi la bellezza che sconvolge
i pavidi tremanti di paura
'ché la lor scorza, prima così dura
si sfalda quando l'onda li travolge.
Trasalir mi fanno i candidi seni
e i fianchi fecondi, e il grembo placido
dal quale nacqui sul fare del giorno
e il desiderio mio brama il ritorno
nel folto prato di rugiada madido
dolce apparizione di sogni ameni.
mercoledì 28 marzo 2012
Idolo ...
(Forma metrica: quartina di dodecasillabi in rima alternata)
Il dio Denaro, ovvero il mezzo e il fine
Prostrati, uomo, di fronte al dio Denaro
come dinanzi ad esso ognun s'inginocchia
l'animo sino a rendere vieppiù avaro
e livide e malandate le ginocchia;
prostrati, e non alzar mai il capo al cielo
sicché ricchezze tu possa sulla terra
accumulare, coprendo con un velo
la dignità e l'orgoglio periti in guerra.
Una guerra fratricida è infatti quella
che tra gli'idolatri 'sì furente esplode
condannando a un'esistenza che cancella
ogni relazione che non sia di frode.
Ma in verità ti dico: non ha valore
la moneta che le vuote tasche riempie
se non come strumento benefattore
che il desiderio nostro e l'altrui adempie.
domenica 25 marzo 2012
Lode ...
(Forma metrica: ode in settenari)
Rare stelle comete
All'eccezioni dedico
tal versi giubilanti
coloro che tra gli uomini
s'elevan come nobili
emergendo superbi
emergendo superbi
dai mari del volgare.
D'oro le vostre mani
saldi e giusti i princìpi;
lontano il vostro sguardo
si dirige, intrepido
voi come cavalieri
che agognano il trionfo.
saldi e giusti i princìpi;
lontano il vostro sguardo
si dirige, intrepido
voi come cavalieri
che agognano il trionfo.
Orsù spiriti liberi
rare stelle comete
nascere oggi possiate
nell'epoca dei deboli
eroici esempi e guide
pei viandanti smarriti.
domenica 18 marzo 2012
Cominciamento ...
(Forma metrica: endecasillabo sciolto)
Natura Madre insegnami
Natura Madre d'ogni essere nato
scaturigine e profondo principio
i molti scorgono solo il tuo abito
e mai oltre lo sguardo si dirigono.
Potrei forse destare la coscienza
sopita nell'era del nichilismo
di chi coscienza non vuole destare?
Ebbene: lì dietro ai paesaggi splendidi
d'esseri e cose belle costellati;
lì dietro al cielo, alla terra e al mare
dimore di magnifici elementi
si staglia onnipervadente il Divino
mistero indefinibile e vitale
del tutto eterno fuor da cui è il Nulla.