lunedì 1 ottobre 2012

Global ...


Nazionalismo e mondialismo: problemi e prospettive 


Nel mondo occidentale permangono residui di nazionalismo, sebbene lo Stato-nazione non esista più da decenni, smantellato dai processi di globalizzazione. In particolare, tali residui si ritrovano nell'ideologia di destra, nella mentalità degli eserciti, e nei desideri di rivalsa dei paesi distrutti od oppressi.
Nel primo caso, si manifesta l'incapacità di determinate fazioni politiche di comprendere e accettare il necessario andamento temporale della società, con tutti i suoi portati benigni e maligni. Non a caso, la parola d'ordine di queste fazioni si esprime in una volontà di conservazione dell'assetto attuale nei suoi aspetti più tradizionali, e, nei casi più estremi, in una volontà di reazione al nuovo che avanza, ovvero in un ritorno a un passato che non può più darsi: non è possibile, infatti, cancellare gli eventi accaduti e le tendenze in atto, né è possibile portare indietro la ruota della storia.
Nel secondo caso, si manifesta un'ideologica divinizzazione della patria nazionale come spazio di un determinato popolo, spazio che va difeso a ogni costo per la salvaguardia dell'identità del popolo stesso. L'ideale di una patria-nazione è prettamente ottocentesco, e viene ancora oggi instillato nelle coscienze dei soldati attraverso una ferrea educazione (o disciplinamento, se si preferisce); senonché esso si mostra come un'idea vuota e astratta in assenza di un popolo unitario. Chiaramente, ciò avviene perché gli uomini hanno bisogno di uno scopo che sia abbastanza nobile e importante da convincerli, in nome di esso, a sacrificare la propria vita in combattimento.
Nel terzo caso, si manifesta una conseguenza diretta dell'azione della volontà di potenza dei maggiori Stati occidentali, i quali, nella loro mancanza di rispetto verso tutto ciò che è altro da loro, e allo scopo di acquistare/conquistare per sé ricchezza e potere, sono portati a violare l'altrui diritto alla vita e all'autodeterminazione, ponendo la propria mano violenta su quei paesi, e sui cittadini di quei paesi, considerati inferiori o arretrati. Il risultato è la proliferazione, all'interno di tali paesi, dell'odio nei confronti dei distruttori od oppressori esterni, nonché l'emergere dell'esaltazione della propria diversità e, quindi, la rinascita di una identità nazional-popolare in funzione della liberazione.
Nonostante questi residui, la politica deve comprendere che l'idea di nazione, così come quella di popolo e di patria, non ha più significato. Oggi, la nazione fuoriesce dai confini nazionali per assumere i confini continentali e recarsi ben oltre, sino ad assumere l'intera ampiezza del globo terrestre. Qui il popolo è costituito da tutti i cittadini nord-occidentali, e, in senso ancora più allargato, da tutti i cittadini del mondo. Precisamente, l'Occidente e il Nord sono la nostra odierna patria, ma il fine della globalizzazione deve essere quello di far rientrare in questa idea anche l'Oriente e il Sud: così soltanto, infatti, tutti i conflitti potranno essere finalmente sanati.

Radici ...


Origine e senso del concetto di Patria


Il concetto di Patria rimanda alla figura del padre; padre come figura famigliare, come figura statale e poi continentale, infine come figura divina. Il padre è, tradizionalmente, il dominatore e l'educatore; appartiene quindi in tutto e per tutto all'ambito culturale. Patria è, altresì, colei che edifica le coscienze dei propri figli, donandogli una forma; è colei che ordina e vuole essere obbedita in vista di un bene collettivo. La sua origine sta, certamente, nella fedeltà al sovrano, e difatti essa si mostra definitivamente dopo la graduale spersonalizzazione del potere politico nel corso dell'età moderna.
Si nota, però, come il termine sia declinato al femminile e non al maschile, e come spesso sia accompagnato dall'appellativo di "madre" (Madre Patria), e questo sembra contraddire il rimando all'immagine paterna. Codesta contraddizione è però meramente superficiale, apparente: l'origine del padre sta, infatti, nella madre che lo partorisce, e la cultura non è mai prima in ordine di tempo, giacché essa sorge sempre dalla natura. Ora, per gli antichi il maschio, a causa della sua fecondità spirituale, è simbolo di potenza culturale, mentre la femmina, a causa della sua fecondità corporea, è simbolo di potenza naturale. Ciò significa che all'origine si ha sempre il principio femminile, mentre il principio maschile è sempre derivato e successivo, in quanto procede da quello: così anche la Patria, nella sua declinazione, mostra la propria origine dall'immagine materna. Inoltre, Patria è anche il luogo natio, il grembo natale, e per tal motivo la si denomina come madre, una madre che accudisce e alleva i propri figli.
Si può allora intravedere nella figura della madre il significato più profondo del concetto, presente sin dagli inizi dell'umanità, sebbene il concetto medesimo fosse ancora inespresso. Se fosse stato espresso, tale concetto avrebbe assunto il nome di "Matria". Matria è la terra e la casa nella quale, appunto, si nasce e si trascorre la propria infanzia, le cui esperienze ci accompagneranno lungo l'arco dell'intera vita, e i cui ricordi vaghi e frammentari saranno posti ad archetipi di una felicità oramai irraggiungibile; è la terra e la casa dalla quale ci si diparte senza mai poter lasciarla completamente, e alla quale inevitabilmente si ritorna, realmente o virtualmente, nella concretezza della presenza fisica oppure nell'astrattezza dell'immaginazione. Tale è il senso recondito che permane invariato lungo la storia dei vari mutamenti linguistici, e rispetto al quale il senso precedente risulta quindi essere secondario; pertanto, esso si delinea come l'essenza più intima del concetto.
  

Heimat ...


(Forma metrica: decasillabo sciolto)


 Patria materna, Matria paterna


Patria materna, Matria paterna
da te io parto, a te ritorno
in sogno, inesorabilmente
novello Odisseo esploratore
di mari tutt'ora inesplorati.
"Nazione" ancor ti chiamano alcuni
'ché agli orecchi loro non è giunta
la voce potente della Storia;
eppure mia nazione è nient'altro
che il luogo natale e dell'infanzia
i cui frammenti, innumerevoli
dispersi sono come immagini
nei fondi abissi della memoria.
In te anche un giorno sorgerà
uomo, il desiderio d'andare;
di fuggire su strade sterrate
altrove volgendo gli occhi gravidi
d'insoddisfazione e rabbia greve;
le spalle voltando a quel passato
che mai promise futuro (e tu
perché una tal promessa pretendi?).
Ma io ti dico, in verità
e la parola ti giunga integra
dalla mia casa, dalla mia terra:
nulla troverai fuori di lei 
se non un'amara nostalgia.