lunedì 1 ottobre 2012

Radici ...


Origine e senso del concetto di Patria


Il concetto di Patria rimanda alla figura del padre; padre come figura famigliare, come figura statale e poi continentale, infine come figura divina. Il padre è, tradizionalmente, il dominatore e l'educatore; appartiene quindi in tutto e per tutto all'ambito culturale. Patria è, altresì, colei che edifica le coscienze dei propri figli, donandogli una forma; è colei che ordina e vuole essere obbedita in vista di un bene collettivo. La sua origine sta, certamente, nella fedeltà al sovrano, e difatti essa si mostra definitivamente dopo la graduale spersonalizzazione del potere politico nel corso dell'età moderna.
Si nota, però, come il termine sia declinato al femminile e non al maschile, e come spesso sia accompagnato dall'appellativo di "madre" (Madre Patria), e questo sembra contraddire il rimando all'immagine paterna. Codesta contraddizione è però meramente superficiale, apparente: l'origine del padre sta, infatti, nella madre che lo partorisce, e la cultura non è mai prima in ordine di tempo, giacché essa sorge sempre dalla natura. Ora, per gli antichi il maschio, a causa della sua fecondità spirituale, è simbolo di potenza culturale, mentre la femmina, a causa della sua fecondità corporea, è simbolo di potenza naturale. Ciò significa che all'origine si ha sempre il principio femminile, mentre il principio maschile è sempre derivato e successivo, in quanto procede da quello: così anche la Patria, nella sua declinazione, mostra la propria origine dall'immagine materna. Inoltre, Patria è anche il luogo natio, il grembo natale, e per tal motivo la si denomina come madre, una madre che accudisce e alleva i propri figli.
Si può allora intravedere nella figura della madre il significato più profondo del concetto, presente sin dagli inizi dell'umanità, sebbene il concetto medesimo fosse ancora inespresso. Se fosse stato espresso, tale concetto avrebbe assunto il nome di "Matria". Matria è la terra e la casa nella quale, appunto, si nasce e si trascorre la propria infanzia, le cui esperienze ci accompagneranno lungo l'arco dell'intera vita, e i cui ricordi vaghi e frammentari saranno posti ad archetipi di una felicità oramai irraggiungibile; è la terra e la casa dalla quale ci si diparte senza mai poter lasciarla completamente, e alla quale inevitabilmente si ritorna, realmente o virtualmente, nella concretezza della presenza fisica oppure nell'astrattezza dell'immaginazione. Tale è il senso recondito che permane invariato lungo la storia dei vari mutamenti linguistici, e rispetto al quale il senso precedente risulta quindi essere secondario; pertanto, esso si delinea come l'essenza più intima del concetto.