sabato 7 luglio 2012

Prigionia ...


Dovere civico, imperativo morale


La politica opera sempre una selezione di valori. La politica contemporanea pone gran parte della spiritualità e della cultura come non-valori.
Sembra, in effetti, che non vi sia spazio, all'interno della società, per i sentimenti e le passioni, così come per le idee e i pensieri; che sia in atto una sorta repressione dei desideri e della volontà; che immaginazione e fantasia abbiano perduto la loro serietà, e che l'intelletto sia stato abbandonato; che la forza dell'inconscio sia demonizzata e fuggita. Tutto ciò che fa la potenza dell'uomo è, in generale, emarginato, escluso o combattuto.
Questa crociata contro lo spirito si rivolge, di conseguenza, anche contro le manifestazioni dello spirito: l'arte è bandita e sostituita da una pseudo-arte di tipo commerciale, la filosofia è racchiusa all'interno della categoria del non-senso, la scienza, con le sue importanti scoperte teoretiche, è opportunamente celata, la religione è abbassata al rango di mera superstizione, la politica stessa come attività tradizionale di governo ha perduto la fiducia delle moltitudini, la storia è caduta nella dimenticanza.
L'unica facoltà apprezzata, e sopravvalutata, è la ragione; l'unica attività che abbia mantenuto importanza è la tecnica. Ma che cosa è mai la facoltà razionale se priva delle altre facoltà mentali? Un procedere pedante che non tiene conto di ciò che è veramente essenziale. E che cos'è la prassi della tecnica senza l'influenza benefica di una visione di pensiero? Una illimitata pratica di dominio e di manipolazione sugli uomini e sulle cose.
Pertanto, ogni uomo ha il dovere civico e l'imperativo morale di coltivare lo spirito e diffondere la cultura dello spirito. Soltanto in questo modo, infatti, ci si sottrae alle prigioni del disciplinamento e, al contempo, si offre la possibilità e l'occasione all'altro di sottrarsi anch'egli a una tale prigionia asfissiante.
     

Cultura ...


Definizioni di Spirito e Cultura e necessità della loro presenza e azione


Che cos'è lo Spirito? 
Lo Spirito è l'insieme dei prodotti della mente umana: sentimenti e passioni (affezioni in primo luogo mentali e poi, in secondo luogo, corporee), idee e pensieri, desideri e volontà; l'immaginazione, la fantasia, la memoria, la ragione e l'intelletto; l'inconscio e la coscienza. 

Che cos'è la Cultura?
La Cultura è il ricettacolo delle forme dello Spirito: l'Arte (nel senso più ampio del termine, a comprendere, oltre a scultura, architettura e pittura, la letteratura, la danza, la musica, il teatro, il cinema, la fotografia, eccetera), la Filosofia e la Scienza, ovvero lo Spirito teoretico; e poi la Politica e la Storia, ovvero lo Spirito pratico; infine la Religione, spiritualità insieme teoretica e pratica. 

Può un uomo fare a meno dello Spirito? No di certo. Può una società fare a meno della Cultura? Non può. Così come l'esistenza di un uomo privo di Spirito è una morte vivente, o una vita morente, l'esistenza di una società priva di Cultura è un degrado progressivo, o un progresso degradante. Spirito e Cultura si mostrano come caratteristiche peculiari dell'umanità, senza le quali l'umanità decade al rango di bestialità, oppure ancora più in basso, al rango di automaticità, o peggio ancora, al rango di inertità. L'uomo-bestia, l'uomo-macchina e l'uomo-merce sono allora i derivati dell'assenza di Spirito e di Cultura.

La presenza dello Spirito e della Cultura avvicina invece l'uomo al Dio: la loro essenza è infatti l'attività creatrice. La proliferazione dell'uomo-Dio non è altro che una conseguenza dell'azione dello Spirito all'interno dell'uomo, e della Cultura all'interno della società. 

Spirito ...


(Forma metrica: sestina di quinari in rima ripetuta)


Semi di Spirito


Semi di Spirito
al suol gettàti
germoglieranno
e saran lascito
per gli accecati
che allor vedranno.

Immensi campi
eterni, ove
 s'affollan forme;
 fuoco divampi
in ogni dove
suoni l'allarme:

sorella Arte
Filosofia
Scienza e Politica
Storia solerte
Religion pia
Cultura mitica

voi non morrete
'ché brucian gli uomini
non le lor opere;
vive sarete
rompendo gli argini
propri dell'essere.