venerdì 8 marzo 2013

Zeitgeist ...


Struttura e origini psicologiche dei cospirazionismi


La politica è un'attività razionale, che pertanto va pensata come tale, pena il suo totale fraintendimento; eppure la nostra epoca vede imporsi in maniera preoccupante la fantasia sopra alla ragione nel modo di pensare politico comune. Effetto di un tale prevalere è la proliferazione delle più varie e illogiche teorie complottistiche tra le moltitudini, teorie il cui luogo di nascita e diffusione sta nella rete, la quale ben si presta, in quanto luogo libero, a ospitare notizie di siffatto genere, prive di fonti o aventi fonti inattendibili. Dalle assurde ricostruzioni alternative dei fatti riguardo a eventi capitali del nostro tempo come l'attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York dell'11 settembre 2001, alle bizzarre elucubrazioni sul signoraggio bancario e il funzionamento dell'economia mondiale; dalle presunte scie chimiche che costellerebbero i cieli al fantomatico progetto H.A.A.R.P. di marca statunitense; dai chip sottocutanei al sionismo mondiale, fino alle improbabili ipotesi su UFO e forme di vita aliene, lo schema permane sempre identico: partendo da elementi reali si afferma una tesi che è palesemente frutto di invenzione, in quanto inverosimile e priva di riscontri oggettivi; dopodiché la si "dimostra" attraverso argomentazioni pseudo-scientifiche, nonché attraverso testimonianze, foto e video intenzionalmente contraffatti per far destare un certo tipo di impressioni nei fruitori e persuadere le loro coscienze a prestar fede a determinate idee; infine codesta informazione falsificata viene venduta o divulgata gratuitamente, oppure divulgata gratuitamente per poi essere venduta. Dal punto di vista dei contenuti si hanno invece, da un lato, uno o più nemici, crudeli burattinai concentranti nelle proprie mani il potere e le sorti del mondo, dall'altro, gli uomini-burattini inconsapevolmente oppressi da quel potere; da un lato la verità tenuta segreta a scopi meschini di dominio e ricchezza, dall'altro la menzogna e l'illusione in cui le masse sarebbero mantenute in funzione del controllo che deve essere su di loro esercitato dall'alto. Il bene e il male dunque, nettamente distinti e definiti, come nelle più classiche narrazioni infantili. 
Superfluo è sottolineare la superficialità e banalità di cotali interpretazioni, la stupidità e la malafede che si nascondono dietro di esse, gli effetti nocivi e diseducativi della visione del mondo che propugnano con forza. Più utile è mostrare il perché tutte queste teorie del complotto vengano così facilmente credute, acriticamente accolte nonostante la loro evidente infondatezza. Al di là delle sempre presenti motivazioni economiche scovabili dietro alla loro nascita, si celano ben più forti motivazioni di carattere psicologico che ne chiariscono anche la diffusione: ogni uomo ama fantasticare di altre realtà per dar sfogo ai propri desideri, che si delineano in questo caso come desideri di conoscenza di contro a una condizione di ignoranza, e come desideri di sicurezza a fronte di un'esistenza precaria e incerta; da qui alla fiducia accordata a visioni che promettono di colmare codeste lacune il passo è breve. I complottismi infatti spiegano con semplicità alcuni fenomeni complessi del mondo e così donano agli uomini una sorta di strumento di difesa contro le vicissitudini del caso (seppure poi quelle spiegazioni si rivelano false e quegli strumenti fittizi). Vi è anche una indubbia componente d'odio nei confronti dei governanti, ai quali sono attribuite le colpe della propria infelicità e insoddisfazione, e della propria miseria e povertà, ma più in generale si può individuare alla base un desiderio narcisistico di potenza, che finisce per riempire l'animo di vanità: il complottista è convinto di aver svelato un inganno, e da quel momento si percepisce come un privilegiato rispetto agli altri suoi simili, uno dei pochi uomini svegli in un mondo popolato di dormienti. Questa presunzione offre in definitiva un piacevole appagamento, che deriva dalla certezza immaginaria di essere fuoriusciti, per mezzo della propria intelligenza, da uno stato di impotenza e di minorità.      

Visione ...


Diversificazione delle facoltà di immaginazione e fantasia


Corre una sostanziale differenza tra le facoltà umane dell'immaginazione e della fantasia, spesso confuse in un'unica e medesima facoltà. 
L'immaginazione è la capacità che la mente ha di partorire immagini, ossia rappresentazioni di oggetti e scene virtuali, sulla base delle impressioni sensibili di oggetti e scene reali ritenuti nella memoria; non si ha, in questo processo, una mera imitazione di ciò che è, quanto piuttosto una vera e propria riproduzione dell'essere, e inoltre un'attività creativa in grado di generare nuove e alternative realtà (si tratta chiaramente di realtà soggettive, che da un punto di vista oggettivo si mostrano invece come irreali). Prodotti tipici dell'immaginare sono i cosiddetti "sogni ad occhi aperti" e, a un grado più alto, le produzioni spirituali dell'Arte. 
A partire da codesta capacità mentale sorge una seconda facoltà, cioè la fantasia. La fantasia è un derivato dell'immaginazione, un'immaginazione di gran lunga più radicale, portata alle estreme conseguenze. Gli oggetti e le scene prodotti da quella avevano infatti ancora il carattere della verosimiglianza, carattere dato dal fatto che i materiali usati per la composizione delle immagini si presentavano pur sempre come cose reali, aventi un'esistenza fisica e percepibile; ora invece la fantasia si libera di ogni legame con la realtà fisica e con la percezione sensibile, producendo oggetti e scene del tutto irreali e soprattutto inverosimili, oggetti e scene che non esistono né possono esistere in alcun modo. Si è nell'ambito della virtualità pura, laddove i materiali usati e combinati assieme sono non più le cose, bensì le immagini stesse che provengono dalle cose, a un livello dunque più elevato del precedente. I prodotti tipici del fantasticare risultano qui essere i sogni notturni e le produzioni spirituali della Religione, la quale appunto procede da quella forma d'Arte assoluta che è il mito. 
Pertanto, immaginazione e fantasia esprimono il falso, che sia un falso mascherato da vero oppure un falso palese. Qual è allora la funzione e il senso di queste due attività, e per quale motivo da esse l'umanità trae godimento? La risposta sta nella natura più profonda dell'uomo. Da quando nasce sino a quando muore l'essere umano mira a una cosa soltanto, e tutte le sue facoltà concorrono, ciascuna nel modo che più gli è proprio, ad assecondare tale mira: appagare il desiderio. L'atto immaginativo e l'atto fantasticativo non sono altro che soddisfacimenti diretti del desiderio in genere, qualsiasi forma esso si trovi ad assumere, e precisamente l'atto immaginativo non fa che donare appagamento ai desideri più superficiali, limitati e terreni, mentre l'atto fantasticativo appaga quelli più profondi, illimitati e ultraterreni.

Virtualità ...


(Forma metrica: ottava rima)


Potenza della fantasia (l'Idolo e il Simbolo)


Non ascoltare, uomo, la ragione
che cieca analizza e divide e calcola
e pallida fruttando arida azione
a smacchi e ferite incessante pungola;
piuttosto udienza all'immaginazione
concedi e fa' di te stabile isola
su di un oceano sordido e irrequieto:
che sia lindo paradiso, e lieto.

Poi giungi oltre: forme miracolose
t'attendono al varco lontano, strane
come invenzioni geniali e ingegnose
figure satolle di forza immane
in grado di destar lotte animose;
infatti dal grembo d'esse, mai vane
non può che sorgere ricco pensiero
che ora ghermisce giocondo il mistero

di messaggi sacri, e annunciazioni
con indosso vesti d'idolo o simbolo
a edificar fantastiche visioni
e dividere o unire in ricettacolo
l'umanità tutta; le sue tensioni
in cotale variopinto spettacolo
acuite saranno oppure sanate
dal volere delle anime iniziate.