venerdì 13 giugno 2014

Divenire ...


Speranza di un risveglio politico e religioso dell'umanità


La storia dell'essere è la storia del rapporto e della relazione che l'uomo instaura con ciò che è e con l'Essere sommo. Sin dai primordi dell'umanità l'essere umano ha percepito il legame che lo unisce agli altri uomini e alle cose circostanti, così come la connessione misteriosa che lo lega al sacro, a quell'inspiegabile e inconoscibile che sta dietro il mondo. In questo contesto, la politica nasce dalla percezione del legame inscindibile con gli enti e gli esseri; la religione dalla percezione della connessione fondamentale con l'elemento divino. Ma anche la religione, nel suo produrre rapporti e relazioni dotati di concretezza sociale, si manifesta, in definitiva, come un fatto essenzialmente politico. 
La politica è l'arte del governo di una società che comprende soggetti e oggetti in reciproco nesso, mediante la costituzione di istituzioni adeguate capaci di agire negli interessi della collettività. La religione è l'arte dell'invenzione di un vincolo, in primo luogo mitico, e in secondo luogo morale, tra una popolazione di credenti e non-credenti, qui pure attraverso l'azione di opportune istituzioni. Si hanno dunque due forme di potere, l'una incarnata dallo Stato, l'altra dalla Chiesa, laddove lo Stato possiede il dominio degli eventi di Natura - seppure è la Natura in verità a dominare lo Stato in quanto composto di corpi d'uomini, sottoposti alle leggi naturali -, e la Chiesa il dominio degli eventi di Dio - sebbene sia Dio in verità a dominare la Chiesa in quanto composta di spiriti d'uomini, sottoposti alle leggi divine -, in un esercizio parallelo e complementare. 
Politica e religione si mostrano quali le colonne portanti sulle quali si edifica l'edificio comunitario umano; senza il sostegno di una di esse l'intero edificio crolla e va in rovina. Perciò, occorre superare l'avversione che nell'età contemporanea si prova nei confronti di queste due forme culturali, avversione che ha origine nella dimenticanza dell'essenza della loro esistenza, del senso della loro presenza tra gli uomini. Senza di esse non vi sarebbe, infatti, alcuna identità legislativa né alcuna identità etica sulle quali basare i comportamenti umani. Ma tale oblio è, al pari, un oblio dell'essenza dell'esistenza, del senso della presenza degli enti e degli esseri medesimi nel loro più proprio essere, nonché dell'Essere che li racchiude e conchiude. Se ciò è vero, solamente tornando a rammemorare e riponendo nella giusta luce tutto quel che è in quanto è e in quanto dona l'essere, sarà possibile rivalutare e al contempo far risorgere, vitalizzandolo, l'anelito politico così come l'altrettanto necessario anelito religioso, per l'avvento di un nuovo Rinascimento.