sabato 19 maggio 2012

Welfare ...


Libertà, ricchezza, assistenza


La libertà politica occidentale si delinea come libertà di pensiero, di espressione e di azione nei limiti della legge, nonché come partecipazione in massa alla Cosa pubblica attraverso il voto. Eppure, il Potere occidentale controlla le coscienze pensanti, esprimenti e agenti, oltre alle modalità di partecipazione politica, e non ha quindi bisogno di impedire nulla se non quelle piccole deviazioni che farebbero tremare le proprie fondamenta, rischiando di farle crollare. 
Ora, l'Occidente va fiero della propria libertà e la contrappone orgogliosamente alla minore libertà concessa, invece, dai paesi non-occidentali. Eppure in molti paesi non-occidentali, dove non vi è cultura libertaria, il grado di benessere sociale della popolazione pare essere di gran lunga più alto di quello presente nei pesi d'Occidente (si pensi alla Cuba di Castro, dove neppure vi è una elevata prosperità economica, o alla Libia di Gheddafi, regimi in cui la libertà politica è fortemente limitata dall'autorità sovrana). Ci si deve chiedere, pertanto, se la libertà sia realmente un fattore primario per la vivibilità di una nazione, o se sia invece qualche altro fattore a essere essenziale.
Posto che un occidentale, abituato com'è alla propria libertà, che seppure illusoria appare alquanto vasta, non sopporterebbe mai di vivere all'interno di uno Stato autoritario, ciò che può essere considerato imprescindibile per il benessere sociale e per la vivibilità di una nazione non è la libertà politica, né tantomeno la ricchezza economica (il che, si badi bene, non significa che libertà e ricchezza non siano importanti), quanto piuttosto l'assistenza statale: gli Stati in cui il Welfare è più presente sono quelli in cui le moltitudini si trovano a essere maggiormente soddisfatte e gratificate. 
Uno Stato assistenziale forte ed efficente significa istruzione e sanità di livello assicurate per tutti e gratuite, accesso generalizzato alle risorse culturali, aiuti economici ai cittadini nell'ambito dello studio, della maternità e del lavoro, sussidi per la disoccupazione e per le famiglia indigenti, pensioni e salari adeguati al costo della vita, cura degli anziani, degli invalidi e dei malati, difesa dell'ambiente naturale. Quando vi siano questi impegni da parte dell'autorità, la persona sarà appagata e disposta anche a sopportare un grado più alto di schiavitù, o un grado più alto di povertà.
Il pieno Stato sociale deve essere dunque l'obiettivo primario di ogni Stato, giacché lo Stato è prima di tutto un servizio donato alla collettività. Tale modello, unito a una libertà e a una ricchezza congrue, è l'ideale statale perfetto, in atto oggi esclusivamente nei paesi nordici della Svezia e della Norvegia.