(Forma metrica: canzone libera)
Sapevo e più non seppi
Immerso in sonno lieve
gli occhi chiusi e sognanti
greve una voce ascolto negli orecchi:
"questa e non altra è l'immortale via:
rammentala al risveglio".
Ed ecco una donna venirmi incontro
con indosso soltanto il desiderio;
libero la posseggo
e afferrando il collo suo tra le mani
le porto via la vita.
Allora aprii gli occhi
e il Sé, che prima s'era rivelato
di nuovo si velò.
L'avvento celebrai
con parola aitante, della ragione
simile ad alba che vien nella notte
il cielo rischiarando
e a caccia del piacere
mi recai voluttuoso;
la realtà trovavo a sbarrarmi il passo
ma ingegnosamente saltavo il muro
poiché caparbio è l'Io
e ostacoli non teme.
Ma dopo che il volere ebbi compiuto
immensamente pago del mio atto
immensamente pago del mio atto
con furore solenne
mi castigò il tiranno
Altro sopra all'Io, dominatore
gridando: "hai violato il tuo dovere!"
e nella mente risuonò quel monito
sofferenza morale
ancor dopo il tramonto:
come un uomo privato dei ricordi
o nel decidere incerto e dubbioso
o da rimorsi mordaci costretto
o nel decidere incerto e dubbioso
o da rimorsi mordaci costretto
sapevo e più non seppi.