martedì 15 maggio 2012

Thanatos ...


Questione bellica  


La storia è maestra, e gli eventi storici dicono molto riguardo alla natura degli uomini e delle società. Se ciò è vero, allora il più grande insegnamento che si può trarre dal passato è: la guerra è necessaria alla politica. 
Tutte le civiltà, antiche o moderne, arretrate o sviluppate che fossero, hanno fatto uso della guerra; questo è un dato di fatto. Ciò è avvenuto in quanto la scelta della guerra è non soltanto ineliminabile, ma addirittura obbligata per la sopravvivenza del consorzio umano. Persino l'instaurazione della pace richiede interventi di guerra: la pace infatti è qualcosa che ha a che vedere con la politica interna di uno Stato, ma per ottenerla e mantenerla c'è bisogno di una forza militare che sia volta all'esterno. La politica estera è di per sé stessa una politica di aggressione, giacché i propri confini e i propri interessi vanno difesi, e spesso l'attacco è la miglior difesa. Si mostra quindi chiaramente, per chi sappia imparare dagli accadimenti, l'utopia dei pacifisti, i quali desiderano un mondo che sia privo di guerre. A rigore, solamente una repubblica mondiale, che distruggesse i confini e che unificasse gli interessi molteplici appianando le differenze specifiche, potrebbe dire di non aver alcun bisogno della guerra come strumento politico, non avendo nemici esterni verso il quale dirigerla; ma anche in codesto caso, per costituire una tale repubblica universale non vi sarebbe altro mezzo che la violenza delle armi, sola in grado di vincere le resistenze particolari.  
D'altronde, la natura umana in genere mostra uno spiccato desiderio di morte che si manifesta come aggressività nei confronti di sé stessi e soprattutto degli altri. Questa tendenza, facente parte, nel bene e nel male, dell'essenza dell'uomo, può essere sicuramente limitata e sublimata, eppure giammai contrastata. La questione allora non è l'eliminazione della guerra, evidentemente impossibile, bensì la riforma della guerra in modo da renderla maggiormente "umana".
Una tale esigenza si manifesta soprattutto nell'epoca contemporanea, dove la guerra, un tempo attività nobile, ha assunto un aspetto meschino. La guerra odierna, oltre a essere una guerra impari, in quanto viene rivolta in esclusivo contro popolazioni nettamente più deboli, è una guerra dannosa, giacché distrugge città e monumenti, e uccide civili inermi (chiaramente, i motivi che spingono gli Stati, e prevalentemente gli Stati occidentali, a muovere guerre così deleterie sono economici e politici). La guerra antica, al contrario, si mostrava quantomai onorevole: gli scontri avvenivano in campo aperto e in mare aperto, perlopiù lontano dai centri abitati, così da riguardare solamente i soldati; non vi erano strumenti di distruzione portentosi e ignobili, come lo sono le mine anti-uomo, le bombe aeree e le armi chimiche e atomiche; le modalità della battaglia facevano sì che il valore dei soldati e dei condottieri prevalesse su ogni altro aspetto; le cause e gli scopi del conflitto, nonché i suoi risultati, erano del tutto trasparenti allo sguardo dell'opinione pubblica, mai mascherati dalla menzogna; infine, vi era un'etica guerresca improntata sul coraggio, sulla lealtà ai patti, sull'abilità e sulla forza effettive, sulla sana rivalità tra i contendenti. La guerra odierna è, invece, sempre una guerra sporca, ipocrita, colma di odio, e vile.
Ci si deve dunque impegnare per ottenere, in questo ambito, un ritorno della legalità oggi abbandonata, guidato da più sani principi morali: solo in tal modo si può infatti sperare di debellare gli orrori indicibili che la guerra, così come si mostra nella nostra epoca, porta inevitabilmente con sé. L'obiettivo della politica è allora donare di nuovo dignità all'attività bellica sul modello di una gloria ormai tramontata, ma che può certamente risorgere. In concreto, va perseguita l'abolizione onnilaterale delle armi sopracitate; vanno inoltre separati nettamente i vari tipi di guerra a seconda degli spazi in cui essa si svolge - guerra marittima, guerra aerea e guerra terrena - impedendo che l'un tipo sconfini nell'altro confondendosi con esso; quindi bisogna spostare l'azione della battaglia nei luoghi deserti, non civilizzati e non popolati; e come ultimo e più importante atto occorre istituire un organo sovranazionale che sia garante, similmente alla NATO, della sicurezza mondiale, ma della quale facciano parte, a differenza di quanto accade per la NATO, tutte le nazioni del mondo, nessuna esclusa, e nella quale egual spazio e influenza abbiano gli Stati non-occidentali rispetto a quelli occidentali. Soltanto allora la guerra potrà incominciare a vestirsi di un abito più umano.