giovedì 3 gennaio 2013

Medium ...


Potere mediatico e inganno di massa


I mezzi di comunicazione - e quindi anche di educazione - di massa, o media, si rivelano strumenti di Potere quando falsificano la verità dei fatti tramutandola in menzogna. Ciò avviene soprattutto nel caso delle principali fonti di informazione popolari occidentali quali la televisione e i giornali (la rete infatti, pur con le sue potenzialità di luogo libero e gratuito accessibile a chiunque, non è usata, se non in una minoranza di casi, in codesto senso informativo, ed anche quando sia usata non lo è, perlopiù, con le dovute precauzioni), attraverso una propaganda serrata che mira ad instillare nelle coscienze degli individui determinate idee e giudizi, sostenuti da immagini e video mostranti una realtà appositamente plasmata e mistificata, in modo da procurare tra le moltitudini il più vasto consenso possibile alle decisioni e azioni del Potere. Occorre analizzare i modi di questa falsificazione.
Va detto innanzitutto che il Potere, e con tale termine si intende coloro che incarnano la possibilità di decisione e azione, ovverosia l'insieme dei potenti, possiede sempre un nemico che contrasta i suoi piani, che ostacola i suoi progetti, che si oppone volontariamente o meno ai suoi desideri; è proprio contro il nemico, interno od esterno, che egli indirizza, dall'alto, il suo operare. Ma per farlo, nell'epoca dell'opinione pubblica e della democrazia, ha bisogno di sostegno dal basso, cosicché sia legittimato nei principi e giustificato negli esiti, e pertanto mediante il controllo diretto o indiretto, forzoso o ideologico dei mezzi di comunicazione edifica una elaborata macchina sociale, con la quale impone la propria influenza sulle menti e sui corpi degli uomini: il primo passo è allora l'identificazione del nemico.
In secondo luogo quello che è il nemico del Potere deve tramutarsi in nemico dei cittadini, e quindi in minaccia vicina e concreta per loro. Per far sorgere una minaccia del genere si pongono in causa gli idoli culturali che risultano essere più sentiti, vista la loro importanza, negli animi dei singoli; è paradigmatico, ad esempio, il caso della libertà, laddove il nemico viene accusato di sopprimere o di voler sopprimere le libertà fondamentali, oppure il caso dell'umanità, laddove invece egli viene accusato di perpetrare stragi, delitti sanguinari e crudeltà insensate: il nemico interno diviene quindi un criminale e un delinquente, il nemico esterno un dittatore e un terrorista. Questo è lo stadio della demonizzazione del nemico. 
Nel momento in cui la minaccia è divenuta vicina e concreta, al Potere non resta altro da fare che vestirsi dell'abito di eroe e salvatore degli idoli minacciati. L'azione contro il nemico diviene una faccenda umanitaria, un dovere morale e civile assieme, un obbligo richiesto a gran voce dalla maggioranza. Gli scopi appaiono come i più nobili ed altruistici e, quand'anche l'egoismo di fondo emerga, la necessità dell'intervento vince sul buon senso e su qualsiasi altra considerazione. Si ha finalmente il via libera alla lotta poliziesca contro la criminalità organizzata e la delinquenza comune, e alla lotta militare contro la dittatura e il terrorismo; alla repressione e alla guerra giusta, rispettivamente in vista dell'ordine e dell'esportazione della democrazia; alla restaurazione della legalità nazionale e internazionale. L'operazione contro il nemico viene messa in atto.
A questo punto al Potere interessa sostenere la propria maschera per un periodo che sia il più lungo possibile. Il secondo stadio del processo viene reiterato nel tempo per rinnovare il consenso e mantenerlo su livelli accettabili, così da non rischiare di dover interrompere le operazioni prima del raggiungimento dei fini prefissati. La ripetizione dell'illusione mediatica conclude la strategia.
Una volta compiuta la strategia non si ha più motivo di conservare la menzogna agli occhi delle masse, e così la verità si erige lentamente verso la superficie, facendosi sempre più chiara. La consapevolezza di esser stati manipolati non sempre viene alla luce e non sempre è accettata; ha comunque una durata molto breve: si prova infatti, in questo caso, un senso di irritazione e di impotenza che svanisce in un lasso di tempo più o meno limitato, quasi che si voglia, il più in fretta possibile, cancellare dalla memoria l'accaduto in un meccanismo psichico di autodifesa. Il Potere non fa che incoraggiare tale andamento, eliminando ogni residuo e riferimento mediatici all'evento in questione, sostituendo questi residui e riferimenti con differenti argomenti e tematiche, e tenendo occupati i cervelli nell'elaborazione di problematiche altre. Il risultato è qui l'oblio del passato recente, dimodoché le moltitudini divengono nuovamente pronte ad essere ingannate.