venerdì 3 agosto 2012

Relazione ...


Dialettica dell'Io e del Tu


Io e Tu risultano essere unità indissolubile. L'Io infatti non sussiste mai da solo: quand'anche si trovi in solitudine, compagno di sé stesso, egli sa che, al di fuori di un determinato luogo e oltre un determinato periodo di tempo, vi saranno persone con le quali entrerà in contatto; un contatto assiduo, costante e, inoltre, profondo. L'esistenza stessa dell'Io, la sua caratteristica più propria, non è altro che relazione.
L'Io sorge prima ancora della venuta al mondo dell'uomo, e già nel ventre egli percepisce il Tu della madre. Un tale Io è strettamente legato al Tu, e da lui si trova a dover dipendere. Al Tu della madre si aggiunge, in seguito, il Tu del padre, anch'esso altrettanto essenziale per lo sviluppo dell'Io, ed eventualmente quello dei fratelli e delle sorelle, con i quali si condivide la crescita. Anche al di fuori della famiglia ristretta si stabiliscono relazioni più o meno approfondite, con i membri della famiglia allargata: nonni, zii, cugini, eccetera. Vi saranno, poi, le persone con cui si stabilirà una relazione di amicizia, e quelle con cui si costruiranno relazioni amorose; le persone che saranno per l'Io dei maestri e dei secondi padri; il Tu supremo, percepito come più o meno reale, più o meno immaginario, e cioè Dio. La vita sociale nella sua interezza si costituisce di relazioni del tipo Io-Tu che si incrociano e giustappongono fra loro.
Ciò sta a significare una cosa soltanto: l'Io vive della basilare relazione con il Tu, e non può fare a meno di codesta relazione, giacché essa si delinea come suo bisogno o necessità intrinseca. Il Tu è, fondamentalmente, un Altro-Io, oppure addirittura una frammento dell'Io. 
L'uomo è un essere relazionale. Nondimeno, tale relazionalità può essere spezzata, e vi è un unico elemento capace di spezzarla: l'egoismo utilitarista e pragmatista, il quale vede la persona non più come un Tu, bensì come un Esso, ovvero una cosa impersonale, un mezzo e non un fine; tale elemento, in un certo senso artificiale, in quanto estraneo alla natura umana, introdotto dal di fuori e non emergente dal di dentro, rompe infatti il legame, per quanto questo possa esser saldo. Si ha allora, con la rovina del Tu e la rottura della relazione, la conseguente rovina dell'Io, ossia la sua morte anticipata; più precisamente, l'infelicità dell'Io.